Il
pittore Antonio Mancini era figlio di un sarto che gestiva anche una trattoria a Narni, dove i clienti vedevano il piccolo Antonio disegnare con abilità e con passione e l'interesse che suscitava fece decidere il padre a mandarlo a Napoli all'Istituto di Belle Arti dove insegnavano Filippo Palizzi e Domenico Morelli. A Napoli dal 1864 al 1873 studia e lavora con entusiasmo e perizia conquistando rapidamente l'ammirazione di artisti e compagni come: Edoardo Dalbono, Giuseppe De Nittis e Francesco Paolo Michetti. In quegli anni coabita e divide lo studio con Vincenzo Gemito il loro sarà un rapporto profondo e difficile che li accompagnerà per tutta la vita, di questo periodo sono dipinti come "Il voto"; "L'ispirazione"; "Il violinista", "Il pretino" soggetti dove unisce influsso dell'arte signorile e delicata di Gioacchino Toma a quello della pittura vigorosa del maestro Morelli. Nel 1873 il
pittore Antonio Mancini va a Parigi e lavora per Goupil, quando incontra il pittore e collezionista olandese Hendrik Willem Mesdag inizia così a produrre solo per lui con la più completa libertà di soggetto. Tornare a Napoli, non reggendo quei ritmi di vita che gli creano non pochi problemi e per ben quattro anni rimane in una casa di cura. Parigi e Londra sono le tappe successive e dopo un periodo di stenti e sofferenze a Napoli nel 1883 si sposta definitivamente a Roma, dove tutto migliora ed è amato e considerato come merita.
Note biografiche tratte dal Dizionario Illustrato dei Pittori, Disegnatori ed Incisori Italiani A.M. Comanducci.