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pittore Angelo Morbelli studiò all'Accademia di Brera con Giuseppe Casnedi e Giuseppe Bertini, incerto ancora se intraprendere la carriera della pittura o della musica. Una precoce infermità all'udito lo destinò ben presto alla pittura. I suoi primi quadri a soggetto romantico e sociale sono già pittoricamente ben costrutti, tali da poter essere considerati come opere di primo piano fra quelle dell'arte italiana della sua generazione. Due di questi sono: "Giorni ultimi" e "Il viatico". Il suo temperamento tranquillo e la sua mentalità riflessiva, e forse più ancora la sua crescente sordità che lo isolò per sempre dai rumori del mondo, lo spinsero verso il divisionismo che egli adottò definitivamente. Il primo lavoro, uno tra i migliori, che rivelò la sua conversione, fu esposto alla Biennale di Brera nel 1891 col titolo "Albaz". Nel 1883 egli vinse il premio Fumagalli e nel decorso della sua rapida carriera conquistò diverse medaglie d'oro a Parigi, a Nizza, a Roma, a Torino, a Milano, a Barcellona, a Dresda. La sua opera "Giorno di festa", acquistata per il Museo del Lussemburgo a Parigi, gli procurava le insegne della Legion d'onore, e altre onorificenze ambite ebbe dall'America e dalla Germania. Caratteristico, nell'arte di Angelo Morbelli, e il sottile dualismo tra gli spunti soggettivi delle opere sue, a volte patetici, a volte sociali, a volte canzonatori, in contrasto con la severa sobrietà della tradizione del quadro che gli permise di sfuggire ai pericoli di quella frivola piacevolezza. Il suo nome è legato al divisionismo pittorico.
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pittore Angelo Morbelli resterà però come tecnico forte anche prima dell'adozione dello stesso perchè seppe compenetrare nell'opera sua la tecnica dottrinale e il profondo sentimento umano, come nel "Natale dei rimasti". Fra le principali e più note sue opere si rammentano: "Fanciulla romana in costume"; "Annita"; "Mi riconosci ?"; "Ciao", esposte a Milano nel 1881; "Studio di testa" e "Tiziano", anch'esse esposte a Milano rispettivamente nel 1883 e 1886; "Vecchioni", che figurò alla Biennale di Venezia del 1897; "Siesta invernale", espostavi nel 1903. "I due inverni" è conservata nella Pinacoteca di Alessandria con l'altra opera "La morte di Goethe". "La stazione centrale di Milano nel 1889", "Giorni ultimi", "Inverno al Pio Albergo Trivulzio" e "Tempo di pioggia" son collocate nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; "Il Viattico", in quella di Roma; "Un natale al Pio Albergo Trivulzio", nel Museo Civico di Torino; "L'interno dello chiesa di San Celso"; "Vecchie calzette"; "Mi ricordo quando ero fanciulla"; "Sogno e realtà"; "Le parche" (bianco e nero); "Tra gli zingari"; "Sposa"; "Pomeriggio"; "Al tramonto"; "Tramonto sulla Laguna di Burano"; "In risaia" e "Ave Maria", nella quadreria della Società Artisti e Patriottica; "La sedia vuota", nella raccolta del prof. Nicola Carraro a Milano; "E' l'ora che volge al desìo"; "Pax"; "Tramonto sulla Lera"; "Veglia"; "Partenza"; "Telegramma"; "Autoritratto"; "Trittico della vita", nella collezione del dott. Pietro Ruffini a Milano.
Note biografiche tratte dal Dizionario Illustrato dei Pittori, Disegnatori ed Incisori Italiani A.M. Comanducci.