Il
pittore Francesco Romano, di modestissima condizione e di salute gracilissima, minato fin dall'infanzia da un male che rese necessaria l'amputazione del braccio sinistro, si distinse nel disegno. Sostenuto da una borsa di studio del paesaggio e, dapprima incerto, poi sempre più padrone del pennello, eseguì paesaggi pugliesi a pastello e ad olio, distinti per carattere e finezza. Espose a Bari, a Taranto, a Vienna, a Roma. Alla Mostra degli Artisti Pugliesi, tenutasi a Roma nel 1924, lui morto, apparvero e piacquero i suoi lavori. Di essi, "Aprile" è nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; "Senape in fiore" è proprietà del comm. Selvaggi; "Fra monte Sannace e Putignano", degli eredi di Corrado Ricci, e altri lavori trovansi presso Benedetto Croce, Giovanni Laterza, Angelo Signorelli. Una quarantina, fra cui "Invocazione", è posseduta dal commendatore Garzia. Recentemente anche la Pinacoteca di Bari si è arricchita di alcuni dipinti dell'artista.
Note biografiche tratte dal Dizionario Illustrato dei Pittori, Disegnatori ed Incisori Italiani A.M. Comanducci.